Milano nella seconda metà degli anni cinquanta vive una stagione di grande fermento culturale. Prima del Pirellone, la torre Velasca e la torre Galfa iniziano a caratterizzare una Milano verticale, capace di sperimentare e guardare al futuro, verso una nuova modernità.
Milano nella seconda metà degli anni cinquanta vive una stagione di grande fermento culturale: dopo la Seconda guerra mondiale, la città è pronta per attraversare la seconda metà del Secolo breve. Prima del Pirellone, la torre Velasca dello studio Bbpr e la torre Galfa progettata da Melchiorre Bega iniziano a caratterizzare una Milano verticale, capace di sperimentare e guardare al futuro, verso una nuova modernità. Servono spazi e quartieri per la nuova classe operaia che dal Sud si sposta al Nord, in concomitanza con il rilancio dell’industria nel dopoguerra. La nuova modernità si riflette anche nello sport, nella mobilità, nella moda e nei consumi. Viene inaugurato il nuovo stadio San Siro, teatro dei derby più avvincenti del panorama calcistico nazionale, e negli stessi anni al velodromo Vigorelli corrono i velocisti del Gran Premio ciclistico Pirelli. Nel 1957 inizia la costruzione della nuova metropolitana in via Buonarroti, con grafica e lettering coordinati dal designer olandese Bob Noorda. In viale Regina Giovanna i milanesi possono entrare nel primo supermercato italiano: nasce Esselunga, il cui logo è disegnato da Max Huber. Anche l’Italia inizia il suo viaggio nel boom economico, che si riflette nella letteratura, nell’arte, nel cinema e nell’editoria: tutto viene pubblicato a Milano e poi distribuito nella penisola. Nuove mostre ed eventi culturali fanno conoscere agli italiani le avanguardie artistiche internazionali: al Centro Culturale Pirelli, che ha sede nell’auditorium del Grattacielo, vengono organizzati incontri con scrittori, spettacoli teatrali e concerti, con protagonisti come il Gianni Basso Quartet. Milano è palcoscenico e protagonista di un nuovo cinema italiano che nella realtà urbana racconta storie e conflitti che hanno come sfondo anche il Grattacielo Pirelli: Luchino Visconti gira Rocco e i suoi fratelli, Michelangelo Antonioni cattura la nuova periferia milanese nel film La notte, con Monica Vitti e Marcello Mastroianni, Carlo Lizzani dirige La vita agra, amara riflessione sul boom economico. Milano è al centro dei Fabulous Sixties. Ma la strage di piazza Fontana, scioperi e contestazioni traghettano la città e l’Italia verso gli anni settanta, gli anni di piombo. In questo clima di cambiamento, nel 1970 nascono le Regioni. Nel 1978 il palazzo è venduto alla Regione Lombardia, che vi si insedia ufficialmente il 2 giugno 1980. Il Pirellone anche oggi, con il suo auditorium, recentemente rinnovato e intitolato a Giorgio Gaber, è sede di eventi istituzionali e culturali. In una città che guarda al futuro.
Leggi di piùVeduta aerea dello stadio San Siro a Milano, 1958 foto Ever
Passeggeri alla fermata della linea rossa, la prima metropolitana di Milano, 1965
In Milano il grattacielo Pirelli, a parte la sua incontestabile bellezza, o forse proprio per questo, è un grande personaggio. Gli occhi, per me poi che abito a due passi da piazza della Repubblica, ci sono abituati. Ma ogni tanto, passando per le strade là intorno, e voltando per caso gli occhi in su, cosa che in città purtroppo si fa di raro, ecco quel coso, pinnacolo, guglia, torrissima, protendersi al di sopra dei cementi, dei vetri, delle vogliose architetture residenziali, con un grande, solenne, puro respiro