Il calcolo delle relazioni tra lo spazio e il lavoro è un elemento determinante nella progettazione del Grattacielo. Gli interni devono essere curati con criteri modernissimi e gli uffici devono essere provvisti di nuovo mobilio, condizionamento dell’aria, illuminazione indiretta, isolamento acustico. Il Grattacielo Pirelli è così in grado di sostenere, supportare e prevedere nuove modalità di vivere il lavoro per la nuova Italia in movimento.
Il calcolo delle relazioni tra lo spazio e il lavoro è un elemento determinante nella progettazione del Grattacielo. Alcuni di questi concetti, alla base del progetto, si ritrovano anche nella relazione del consiglio d’amministrazione di Pirelli del 1955: «L’ubicazione, fiancheggiante la stazione e quasi testata del nuovo “Centro Direzionale”, nonché il tipo della costruzione ad alta torre, ci assicurano un valore di presentazione cui andranno congiunte – per le caratteristiche edilizie e la modernità di ogni attrazione – sia una più confortevole sistemazione del personale, sia una migliore efficienza del personale». Anche Gio Ponti, in un’intervista sull’house organ Pirelli «Fatti e Notizie» del 1955, riassume i comfort di cui devono beneficiare i lavoratori dell’edificio. Gli interni devono essere curati con criteri modernissimi, a ciascun impiegato è riservato uno spazio minimo di almeno cinque metri quadrati e gli uffici devono essere provvisti di nuovo mobilio, condizionamento dell’aria, illuminazione indiretta, isolamento acustico. Nel Grattacielo le varie funzioni Pirelli occupano i piani alti dell’edificio: acquisti, servizio del personale, contabilità e amministrazione, ufficio studi, le direzioni generali dei rami cavi e gomma, le consociate. Al venticinquesimo piano ha invece sede la Direzione Propaganda che, insieme ai più grandi grafici e designer dell’epoca, tra cui Lora Lamm, Riccardo Manzi, Alessandro Mendini, Bruno Munari, Bob Noorda, Pino Tovaglia, Massimo Vignelli, contribuisce alla realizzazione di campagne pubblicitarie diventate presto iconiche. Ne è a capo Arrigo Castellani, che negli stessi anni dirige la Rivista Pirelli: un’invenzione editoriale nata una decina d’anni prima, nel 1948. La rivista guarda Milano, l’Italia e il mondo dall’alto del Grattacielo, con i contributi di grandi illustratori e maestri della fotografia, e autori internazionali come Dino Buzzati, Italo Calvino, Camilla Cederna, Umberto Eco, Fernanda Pivano, Salvatore Quasimodo, Lietta Tornabuoni, tra gli altri. La progettazione dell’edificio avviene dopo un attento studio della popolazione di ogni piano e delle relative necessità; una delle ragioni che portano a scegliere un grattacielo anziché un edificio sviluppato in orizzontale è proprio la possibilità di effettuare gli spostamenti interni tramite ascensori. Inoltre, il sistema dello smistamento della posta viene attentamente ideato per un volume di spedizioni giornaliero che comprende 11.000 lettere, 900 riviste, quasi 2.000 plichi di grandi dimensioni e 300 telegrammi. Viene studiato quindi un sistema di cabine lungo tutta la lunghezza dell’edificio, per spedire la corrispondenza dall’ufficio postale al piano desiderato scaricandola tramite un piano inclinato all’interno di un recipiente di raccolta. Il Grattacielo Pirelli è così in grado di sostenere, supportare e prevedere nuove modalità di vivere il lavoro per la nuova Italia in movimento.
Leggi di più[…] e nell’ascensore entrano ed escono, a seconda dei piani, impiegati e impiegate, funzionari, ingegneri, alti dirigenti, e tra di loro qualcuno si saluta, essi tutti appartengono alla piccola città messa all’impiedi, alla piccola celebre città, sono anche abbastanza orgogliosi di essere cittadini del famoso Grattacielo