E domani? Come saranno la Milano e la Lombardia di domani? «Una città, per competere, deve avere ali e radici», sostiene Ulrich Beck, autorevole studioso delle trasformazioni metropolitane. Le radici, e cioè la coscienza della propria storia.
E domani? Come saranno la Milano e la Lombardia di domani? «Una città, per competere, deve avere ali e radici», sostiene Ulrich Beck, autorevole studioso delle trasformazioni metropolitane. Le radici, e cioè la coscienza della propria storia. E le ali, per poter volare verso l’orizzonte del futuro. Una sofisticata capacità di fare i conti con l’avvenire della memoria. Questa metropoli, questa regione, hanno tutte le carte in regola per affrontare con fiducia, ancora una volta, una stagione segnata dalle fragilità e dalle incertezze della crisi e da una inedita serie di opportunità di cambiamento e di sviluppo. Il Grattacielo Pirelli è stato simbolo di cultura d’impresa innovativa, negli anni intensi del boom economico. E, poi, di una cultura istituzionale ambiziosa, nel tempo delle riforme legate alla nascita e all’affermazione delle Regioni, con un’idea politica ispirata da un governo efficace del territorio. Oggi, il Grattacielo resta tra i landmark di una condizione metropolitana che si impegna a fare i conti con le ipotesi di sviluppo sostenibile, ambientale e sociale. Nel ricostruirne la storia sono state ascoltate dieci voci, quelle di Piero Bassetti, Eva Cantarella, Alessandro Fermi, Attilio Fontana, Giuseppe Guzzetti, Uliano Lucas, Carlo Ratti, Gianfelice Rocca, Andrée Ruth Shammah e Marco Tronchetti Provera, donne e uomini della politica, della cultura e dell’economia. Tra ricordi e previsioni, dalle loro parole emerge la prospettiva di un territorio che ha attraversato momenti intensi di difficoltà e, nonostante tutto, ha sempre saputo fare leva sulle proprie capacità di sognare, sperare, progettare, costruire. Lavorare. Il futuro, dunque, parla di smart land e di senseable city, di umanesimo tecnologico ed economia sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale. Di interconnessioni e migliore governance di una globalizzazione da fair trade, a misura delle persone e dei loro diritti. E di una nuova condizione metropolitana in cui Milano e la Lombardia, ben saldi nel cuore dell’Europa e con lo sguardo rivolto verso il Mediterraneo, sanno fare sintesi originali tra industria dalle solide radici manifatturiere ed espansione sui mercati internazionali, tra valori dei luoghi e necessità dei flussi (di persone, capitali, idee), tra genius loci e intelligenza artificiale, tra servizi hi-tech e attenzione alla formazione qualificata per le nuove generazioni, tra competitività e impegno sociale. Il segno forte, che tutte le conversazioni sul Grattacielo hanno messo in evidenza, è quello di una cultura politecnica originale per la capacità di unire saperi umanistici e conoscenze scientifiche, ricerca d’avanguardia e solidarietà popolare. L’economia della conoscenza e l’attenzione per la qualità della vita, per un benessere sociale diffuso, sono valori solidi, che questo territorio sa esprimere, nelle Istituzioni e nelle imprese, nelle organizzazioni sociali e culturali. Con un’attitudine particolare per le metamorfosi. Di cui, anche nei momenti più controversi, si sa scandire bene il tempo.
Read moreDal genio di Gio Ponti sorge, sessant’anni fa, l’edificio simbolo di Milano e della Lombardia. Espressione autentica di progresso e avanguardia, il Pirellone osserva il mutare dei costumi, l’affermarsi di un benessere conseguito con lavoro e ingegno e l’evolversi di una metropoli contemporanea e cosmopolita. Presenza concreta e viva, cattedrale di modernità, il Grattacielo volge alto il suo sguardo al futuro, mentre ai suoi piedi scorrono veloci storie di uomini e donne.
Leggi di piùIl Pirellone è stato protagonista di stagioni diverse e si è sempre dimostrato perfettamente all’altezza delle nuove funzioni. [...] Nel 1978, dopo otto anni di peregrinazioni, Regione Lombardia acquista il grattacielo facendone la propria sede. Un’associazione straordinaria, quella tra l’edificio e l’Istituzione, che comunica in modo chiaro e immediato un’identità dinamica e moderna, figlia dell’operosità lombarda. Il Pirellone è simbolo perfetto di un territorio che al centro trova Milano, cuore della prima regione d’Italia.
Leggi di piùIl Grattacielo, negli anni sessanta, diventa rapidamente il simbolo del miracolo economico, in un’Italia che ha voglia di ripartire e libera energie straordinarie, tanto da diventare in pochi anni una delle grandi potenze mondiali industriali. Sono le energie del mondo delle imprese, insieme a quelle della politica e dei sindacati, in un grande progetto unitario di sviluppo, di migliore qualità della vita. Proprio il Grattacielo Pirelli ne è significativa conferma: la volontà di ripresa di una grande impresa fortemente radicata a Milano e, contemporaneamente, internazionale.
Leggi di piùMilano ha saputo in un certo senso trasformare un monumento, da simbolo dell’impresa a rappresentazione dell’Istituzione repubblicana. Questa, secondo me, è una delle ragioni per le quali il Grattacielo Pirelli è per Milano qualcosa di caro e di non contestabile, perché è qualcosa che è nato dal privato e dal capitalismo ed è stato consensualmente immesso nello sviluppo democratico del Paese in un momento di trasformazione della società e della organizzazione politica italiana. La Milano del futuro per me è sicuramente molto diversa dall’attuale, perché la glocalizzazione ha radicalmente cambiato l’idea stessa di città. Oggi, quando si parla di città, non si fa più riferimento a una dimensione ex comunale, ma a una dimensione metropolitana. [...] Lo smart working sta cambiando la velocità e lo spazio della relazione, per cui oggi per esempio si può fare un consiglio di amministrazione su dimensione globale senza molta difficoltà. Cambia tutto e dobbiamo programmare la città con le logiche del futuro. La Milano che sta facendo la storia è una realtà urbana allargata, che va per esempio da Cuneo a Trieste. La città è oggetto di una fortissima trasformazione legata alla tecnologia. Ora è possibile rapportarsi su uno spazio globale. E questo cambia tutte le relazioni interpersonali.
Leggi di piùIo ricordo benissimo la nascita del Grattacielo Pirelli [...] era il simbolo [...] di questa nuova Milano che in quel momento era un modello anche da esportare all’estero perché [...] ha ispirato anche il Pan Am di New York. Era la Milano nella quale si andava al derby per esempio, dove c’era Gaber [... ]. Era la Milano di Walter Chiari [...] c’erano delle cose nuove, assolutamente moderne, di cui mi rendo conto adesso [...] non in tutte le città c’era questa diversità intellettuale a tutti i livelli perché era da un lato intellettuale, dall’altro sociale. In un momento così vedo il futuro di Milano, anche perché Milano ha una cosa, Milano è stata ben governata. Io, non solo io, dico sempre che governare Milano –certo è sempre un’impresa difficile governare una città –è aiutato dai milanesi, che in qualche modo si autogovernano. E quindi vedo il futuro di Milano molto bene.
Leggi di piùOggi [...] c’è una Milano proiettata verso il futuro. Quando io mi affacciavo alle grandi vetrate del trentesimo piano davanti a me avevo due spettacoli. Il primo era uno spettacolo mozzafiato, dalle Alpi Marittime, al Rosa, alle Alpi svizzere, le Alpi e Prealpi lombarde, le Alpi bergamasche, bresciane, la Pianura Padana, la Brianza Ma quasi a portata di mano avevo una grande voragine [...] dove c’erano ancora i ruderi degli stabili, delle costruzioni che erano state abbattute. Voragini che durante il periodo di Natale –allora c’era questa consuetudine, non so se è ancora rimasta –erano in gran parte occupate dai tendoni del circo equestre che veniva in quel periodo natalizio. Oggi questa Milano non c’è più, quella voragine oggi è stata riempita da grattacieli, le archistar di tutto il mondo a Milano hanno progettato queste nuove costruzioni e, come detto all’inizio, è la Milano del futuro.
Leggi di piùMi colpì un signore anziano che con una valigia e una sacca giravain piazza Duca d’Aosta davanti al Grattacielo Pirelli e lo fermai, e lui mi chiese indicazioni e iniziammo a parlare. Era un sardo di Olbia. E iniziai a parlare della Sardegna. Lui mi parlava della Sardegna, mi raccontò praticamente un pochettino la sua vita, io gli spiegai dove poteva andare e altro, andava a Rho, e a un certo momento gli dissi: «Senta, posso fare delle fotografie?»[...]. Feci un rullino intero, trentasei fotogrammi, e alla fine mi è uscita fuori quella fotografia dove il grattacielo si staglia, quell’uomo guarda, ci sono ancora queste vecchie rotaie, un signore dietro, una foto che è diventata un’icona [...]. È una fotografia che ha rappresentato e oggi rappresenta l’emigrazione perché è molto semplice, il Grattacielo è Gio Ponti, il Grattacielo è la Pirelli, il Grattacielo era il miracolo economico, il Grattacielo è Milano. I primi ricordi sono praticamente della costruzione, sono i ricordi di qualsiasi milanese che passava e rimaneva estasiato per l’altezza. [...] Era questa altezza straordinaria, incredibile, questo via via, giorno dopo giorno e poi anche questi giornali che continuamente ne parlavano, la Madonnina era portata in alto, se ne discuteva, e in quella laboriosità milanese, c’era ormai una forte identificazione. Man mano che veniva costruito si capiva che praticamente era il simbolo di Milano.
Leggi di piùOggi è un bellissimo momento per le città, perché tutte quelle tecnologie che negli ultimi dieci, venti, trent’anni hanno cambiato le nostre vite –penso alle reti, al digitale–stanno entrando nella città, nello spazio fisico. Un modo molto semplice per dirlo: internet sta diventando internet of things, l’internet delle cose. E così facendo ci permette di capire, di leggere e di progettare in maniera diversa la città. Ebbene, questo è il mondo che spesso viene chiamato il mondo della smart city oppure della senseable city, se vogliamo dargli un’accezione più umana e più legata alla persona, e questa è una grande potenzialità, un grande nuovo strumento per tutti noi che ci occupiamo di progetto, per capire e pensare al futuro urbano.
Leggi di piùMilano deve investire, ovviamente, nei settori che si proiettano verso il futuro. È una città che ha una esposizione anche industriale nel settore green, sicuramente molto importante. E avverte il peso determinante del digitale, settore abilitante per tutto il mondo economico e sociale. L’obiettivo: fare della metropoli una smart city, [...] cioè una città che si può vivere facilmente, per la qualità del suo sviluppo e delle sue relazioni. Credo che una sfida per noi tutti sia fare in modo che a Milano, anche per la sua tradizione culturale, la rivoluzione digitale non ci trasformi tutti in virtuali,ma sia invece al servizio di un vero e proprio Umanesimo tecnologico. E cioè usare al massimo questa rivoluzione nel portare servizi al cittadino, nel favorire contatti umani e comunicazione, nel rendere più accessibili e diffusi anche musica, teatro e altre attività culturali. Nel fare in modo che tutto questo avvenga in una forma che mantenga lo stesso spirito che aveva animato il Grattacielo Pirelli: avere la testa rivolta verso l’alto, ma i piedi ben saldi nella società.
Leggi di piùIl Grattacielo è una parte di Milano che è moderna e classica insieme, [...] è quando la modernità diventa non contemporanea, ma classica, quando una forma entra subito, non ha bisogno di essere vista e rivista. [...] Il Grattacielo Pirelli è sempre stato nella nostra mente che ci fosse o che non ci fosse, appena arrivato è come se ci fosse già. Io penso che Milano sia questo: Milano mi colpisce perché anche quando inventa cerca di essere sempre dentro una tradizione, ha meno palazzi tradizionali di quanto si possa dire delle grandi città come Roma, come Venezia, eppure qualsiasi cosa entra come se ci fosse già stata. Vanno vicino, non stanno bene gli stili insieme? Invece stanno bene, è lo stile Milano.
Leggi di più